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Malware Android Shark

Allarme per gli utenti Android, il malware Sharkbot si è evoluto ed è più pericoloso che mai

Donatella Mainella

Il malware Sharkbot è tornato su Android, ed è più pericoloso che mai. Non se ne sentiva parlare da alcuni mesi, ...

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Google ha introdotto un nuovo servizio volto a tutelare la privacy degli utenti che non vogliono essere tracciati tramite le pubblicità a cui sono sottoposti, e dato che riguarda tutti noi pensiamo che sia doveroso parlarne per vedere in che modo verrà migliorata la questione. La privacy e la necessità di rinnovare i vari sistemi di tracciamento, alla base dell'indicizzazione delle pubblicità online che vediamo ogni giorno, è una priorità per Google. Infatti, la società si è sempre occupata di rendere il web un posto migliore per tutti, motivo per cui ha tentato di migliorarlo grazie ad un nuovo servizio. Si chiama Privacy Sandbox, ed è un progetto che servirà a superare i tipici problemi dei cookie. Attualmente è già in funzione e pare che la sua presenza stia iniziando a portare un maggior controllo nei vari siti di internet, ma adesso Google vorrebbe spingersi oltre: il suo obiettivo è quello di integrarlo all'interno di Android. Prima di tutto cerchiamo di capire cosa sia Privacy Sandbox. Si tratta di una specie di contenitore nel quale vengono proposte varie iniziative, come il FLoC e le nuove Topics API per fare un esempio. Comunque, nell'annuncio emanato sul blog ufficiale, Google ha voluto confermare che il suo servizio sarà integrato nel sistema operativo di Android a seguito di un percorso che richiederà qualche anno prima di essere completato. Ovviamente non lo farà da solo, bensì con degli sviluppatori e dei partner che poi utilizzeranno le sue soluzioni per riuscire a selezionare le giuste pubblicità senza invadere la privacy degli utenti. Oltretutto dobbiamo considerare che sia una mossa totalmente opposta a quella di Apple, la quale ha voluto direttamente implementare l'app Tracking Transparrncy su iOS senzs soluzioni alternative. A differenza sua, però, l'azienda di Mountain View non ha intenzione di rischiare e vuole aspettare prima di introdurla del tutto. Al momento dobbamo solo aspettare e vedere che cosa deciderà di fare Google, seppur adesso stia soltanto provando a mandare avanti il suo progetto per poter riuscire a distribuirlo completamente in seguito. Comunque non è detto che la Mela non possa cambiare decisione; se, esattamente come la sua compagnia rivale, non vuole procedere troppo velocemente, non escludiamo che possa modificare le proprie politiche sulla privacy.

Addio ai cookies su mobile? Forse sì con Google Sandbox

Sebastiano Spinelli

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