Le cure contro il cancro ancora, purtroppo, non sono riuscite a debellarne del tutto l’insorgenza nel corpo umano. Sarebbe bello infatti se tutto il progresso che ci ha portato fin qui fosse in grado di far sparire del tutto questo tipo di malattia mortale.
Ma anche se così non è, non ancora perlomeno, le ricerche scientifiche delle più disparate caratteristiche stanno in qualche modo aiutando gli scienziati e i medici ad arginare, quantomeno, la pericolosità e l’avanzata di tale malattia.
Certo non nel 100% dei casi, ma ad ogni modo ci si prova. Ed uno studio rivoluzionario della Stanford University ha recentemente prodotto un piccolo dispositivo che riesce a registrare l’aumento o la regressione di un tumore.
Il dispositivo di cui si parla è un sensore creato da un gruppo di ricercatori della Stanford University che lo hanno battezzato FAST (Flexible Autonomous Sensor Measuring Tumors) che ha la capacità di misurare la crescita o la regressione di alcuni tipi di tumore.
Questo grazie a una serie di caratteristiche fisiche che permettono al FAST di allungarsi e ritrarsi in concomitanza con la crescita o meno del tumore, e poi di trasmettere i dati in tempo reale su uno smartphone.
FAST è composto da un sottile strato d’oro poggiato sopra un polimero elastico. E’ il polimero elastico che consente al dispositivo di allargarsi o restringersi a seconda delle dimensioni variabili del tumore.
Il principio è semplice: se il tumore aumenta, il sensore aumenta di conseguenza la sua lunghezza e anche la resistenza al passaggio degli elettroni. E viceversa in caso di regressione.
FAST, che può essere smontato e riutilizzato in maniera molto semplice e veloce, è alimentato da una batteria che ha un’autonomia anche di diversi anni.
Al momento i test effettuati con FAST sono stati fatti su un topo: il sensore ha potuto monitorare forma e dimensioni dei tumori in tempo reale senza però limitare l’attività del topo.
Tuttavia, per adesso si è potuto studiare solamente l’andamento dei tumori della pelle o comunque molto in prossimità di essa, mentre per poter studiare eventuali formazioni tumorali più profonde si dovrà forse aspettare ancora un po’.
Sono comunque molto soddisfatti i ricercatori del Bao Group della Stanford University che si sta occupando di effettuare i test di questo sensore FAST sugli animali, in attesa che si possa effettuare anche una sperimentazione sugli esseri umani.
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