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Kaseya, il virus che l’ha colpita circola ancora dal 2019

Succede negli Usa: 2019, un virus informatico colpisce l’azienda Kaseya e resta in circolo fino ad oggi. Scopriamo insieme in cosa consiste.

Un duro colpo per la Kaseya, e il virus informatico è, purtroppo, ancora in circolazione. Lo spiega Charles Carmakal, esperto di cybersicurezza dell’azienda Fireye Mandiant: “Il numero di organizzazioni globali colpite tecnologicamente non è attualmente noto, e Kaseya stima che le aziende colpite dal ransomware REvil siano inferiori alle 1.500“.

Molte aziende colpite da REvil sono imprese familiari e di piccole dimensioni, che stanno scoprendo solo ora, dal momento che è avvenuto nel fine settimana, gli impatti dell’attacco. Un maxi-attacco hacker subito dall’azienda americana Kaseya, su cui si è trovato a intervenire anche l’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.

Secondo quanto riportato da Reuters, la FireEye sta aiutando la società americana Kaseya a fronteggiare tutte le conseguenze della violazione subita.

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Il virus col riscatto più costoso mai rilevato

Il ransomware REvil, virus informatico, prende in ostaggio server e pc e poi chiede un riscatto, nello specifico di 70 milioni di dollari. Sembra che sia commercializzato nei forum clandestini dal maggio 2019, e che sia gestito da un autore sconosciuto che non accetta partner di lingua inglese e non consente di colpire i paesi della ex Repubblica sovietica, inclusa l’Ucraina. Gli affiliati già noti sono di lingua russa, ed è probabile che alcuni di questi hacker non risiedano in Russia.

Carmakal precisa: “La richiesta di riscatto è la più grande mai rilevata. In questo momento REvil non ha fatto trapelare i dati ottenuti dalle intrusioni, per spingere le vittime a pagare il riscatto”. Dato che i cyber criminali possono chiedere riscatti di decine di milioni di dollari e hanno scarse probabilità di andare in prigione, questo problema potrebbe crescere sempre più. Si tratta di hacker ben finanziati e, probabilmente, solo un’azione forte e coordinata potrà porre un limite a queste attività.

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Maria Cristina Folino

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