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Attacchi hacker ai fornitori di Gas italiani, l’allarme continua, questa è la terza volta in poco tempo

Pare che non ci sia pace per gli operatori del gas in Italia e la ragione sono gli attacchi di quelli che ormai sono gli “hacker del gas”. Pare che dietro questi assalti continui ai servizi energetici ci sia un gruppo estero.

Tre attacchi in una settimana in Italia, ma i dubbi e i sospetti si spostano all’estero. – Androiditaly.com

In Italia come se non bastassero le angosce per i prezzi in crescita delle bollette di gas e luce arrivano anche gli hacker. Tutto è iniziato il 28 agosto quando è stata colpita la prima vittima, il Gestore dei servizi energetici (Gse). Per più giorni consecutivi il sito ufficiale è stato reso inaccessibile in modo da mettere al sicuro i dati. Pare che nel corso dell’attacco hacker siano stati sottratti 700 GB di dati ad oggi.

Subito dopo è toccato a Eni che ha rilevato diversi accessi non autorizzati alla rete dell’azienda nella notte fra il 28 e il 29 agosto. Sono scattate anche in questo caso le verifiche immediate, anche perché la società aveva comunicato di aver alzato il livello di sicurezza informatica.

Non era comunque finita perché mancava il terzo attacco al gruppo Canarbino, che ha sede a Sarzana sotto La Spezia. Un ransomware di ultima generazione ha reso inservibile il sistema ma almeno non risultano furti di dati sensibili dei clienti né danni troppo gravi.

I sospetti vanno a Est

Le indagini si stanno concentrando su gruppi hacker di origine russa. – Androiditaly.com

Questi attacchi secondo il parere degli esperti fanno parte di quelle che in linguaggio tecnico si definiscono Distributed denial of service (Ddos). Si tratta di operazioni che avvengono a livello globale e che puntano a mettere in difficoltà i servizi di un paese o di più stati, l’Italia in questo caso.

Ciò che però tutti vorrebbero sapere è chi ci sia esattamente dietro a questo accanimento verso i gestori del gas. Con il clima di sospetto che aleggia non è strano che già in molti puntino il dito verso la Russia. In particolare per il primo attacco indirizzato al Gse pare che il ransomware sia della cybergang BlackCat, formata da esperti russi che hanno prontamente rivendicato la loro opera.

Non che questi hacker discriminino altri bersagli però, avendo attaccato anche un’azienda con sede in Lussemburgo. Il loro obiettivo è approfittare della situazione tesa per rubare dati e chiedere in cambio un riscatto minacciando di condividerli. Per l’attacco al Gse avrebbero chiesto fra i sette e gli otto milioni di euro.

 

🔴 FONTI: www.redhotcyber.com

Nausicaa Tecchio

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