Wish si becca il ban dalla Francia: troppi prodotti nocivi per gli utenti

Se avete mai comprato da Wish, sapete che guardare le recensioni e verificare da dove arrivano i prodotti è la prima cosa da fare. Ebbene, viste i continui mis-understanding, il Ministero dell’Economia francese ha richiesto ai motori di ricerca più diffusi e non di bannare Wish dai propri risultati.

Wish nei uai su suolo francese – AndroidItaly.com

Wish, per chi non lo sapesse, è un sito e-commerce che vende veramente di tutto. Dalle borse contraffatte agli AirPods falsi, ai vestiti per passare addirittura a utensili da giardino. Ci si può davvero trovare di ogni ma, come ogni sito che si rispettino fregature sono dietro l’angolo. Una serie di angoli, a dire il vero. Tanto che  il Ministro dell’Economia della Francia Bruno Le Marie, il Ministro delegato alle politiche per le Piccole e Medie Imprese Alain Griset e il Segretario per le Comunicazioni Digitali ed Elettroniche Cédric O, hanno unito le forze e inviato una richiesta scritta in cui si richiede ai principali motori di ricerca e alle piattaforme di applicazioni per smartphone, App Store e Play Store, di bannare Wish dai propri risultati, pin maniera definitiva.

LEGGI ANCHE: Amazon: ecco la classifica dei 10 più cari e dei 10 più economici nel Black Friday

L’indagine ha radici più profonde e risale al 2018

Il sito cinese di shopping era finiti nel mirino del governo francese già nel 2018 a seguito di un’indagine sulla sicurezza dei prodotti online promossa dal Servizio Investigativo Nazionale (END) e dalla Direzione Generale della Concorrenza, del Consumo e del Controllo Frodi (DGCCRF). Il risultato dell’operazione ha portato ad una seconda indagine nel 2020, e così via fino ad arrivare ad ora. Le autorità avevano bisogno di prove, così hanno acquistato su Wish 140 diversi prodotti per testarne la qualità che tanto viene decritta sul sito web e sull’app.  In base a quanto rilevato nel corso dell’indagine, il 95% dei giocattoli comprati su Wish è risultato non conforme alla normativa europea in termini di sicurezza. Il 45% è stato ritenuto dannoso per la salute. Non è, insomma, andata bene. Lo stesso esito purtroppo è stato ottenuto testando i prodotti tecnologici disponibili sul sito, di cui il  95%  risultato non conforme a quanto stabilito dalle norme comunitarie in Europa, mentre il 90% è da considerarsi addirittura pericoloso. Poco meglio è andata con gli articoli di bigiotteria come orecchini, bracciali e anelli, in cui è solo il 38% a salvarsi con un tasso di pericolosità del 62% per infezioni di nichel e bordi frastagliati. Tuttavia, affermano le autorità francesi, “tali articoli restano disponibili sotto altro nome e talvolta sono offerti dal medesimo venditore. In più, Wish non detiene un registro relativo alla vendita di prodotti non pericolosi e non conformi. Il consumatore riceve una mail molto evasiva da Wish che non menziona le cause del richiamo del prodotto né le ragioni della loro pericolosità, anche quando la piattaforma è destinataria di tutti i rapporti di analisi DGCCRF”.

Cosa chiede il Ministero dell’Economia francese a Wish

E’ semplice: il Ministero dell’Economia francese chiede a Wish di conformarsi alle leggi vigenti in Europa in materia di sicurezza, entro due mesi dalla ricezione dell’avviso. In caso contrario, verrà bandito dal territorio francese. Ed ecco perchè, dopo le continue segnalazioni e il mutismo di Wish, l’e-commerce sta subendo questo comportamento dai parte del governo francese.

LEGGI ANCHE: eBay lancia i Cyber edays: fino al 5 Dicembre con sconti al 70%

Che cos’ha risposto Wish

Nel frattempo Wish ha risposto alla redazione di TechCrunch con una lunga lettera, per spiegare il suo punto di vista: “In Wish ci impegniamo a fornire un’esperienza utente positiva e gran parte di ciò comporta la messa a disposizione dei nostri utenti di prodotti di qualità. Mentre, come piattaforma marketplace, non abbiamo alcun obbligo legale di effettuare controlli sui 150 milioni di prodotti offerti in vendita sulla piattaforma, investiamo in una vasta gamma di programmi progettati per attrarre e premiare i venditori che offrono articoli di qualità e limitare l’esposizione di coloro che offrono articoli di qualità inferioreStiamo perseguendo un ricorso legale per contestare ciò che consideriamo un’azione illegale e sproporzionata svolta dalla DGCCRF” conclude la società.

Impostazioni privacy