Privacy, forte richiesta di cancellazione dati personali, cosa sta accadendo?

Gli utenti sono sempre più consapevoli di quello che è il valore dei loro dati e tendono a fidarsi sempre meno della gestione che ne fanno le aziende alle quali si affidano

Una maggiore consapevolezza sarebbe alla base delle scelte di cancellazione degli account – Androiditaly.com

Sono i dati raccolti dalla CISCO, azienda specializzata in ambito di sicurezza delle reti aziendali, a spiegare un fenomeno sempre più in crescita. In una survey si è posto sotto la lente di ingrandimento il concetto di percezione di sicurezza informatica da parte dei consumatori. E i dati ottenuti sono stati molto interessanti.

La ricerca è stata condotta su un campione di 2600 persone provenienti da 12 Paesi diversi. Di questi 5 in Europa, 4 nella regione dell’Asia Pacifico e 3 nelle Americhe, e mostra un trend chiaro di diffidenza e insoddisfazione.

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Gli utenti si fanno molto domande in merito a quale sia il trattamento, la gestione e le finalità con le quali le aziende trattano i loro dati, e la capacità di risposta conta un ruolo cruciale.

Il rispetto per la privacy e la lotta alle violazioni

Scritte Big data (Pixabay)
I consumatori cominciano chiedere con sempre più insistenza una politica più trasparente da parte delle aziende in merito alla gestione dei dati- Androiditaly.com

Dal sondaggio è emerso che il 46% degli intervistati pensa che le società non siano in grado di tutelare in maniera valida i loro dati.  Questa convinzione è dovuta all’adozione di protocolli poco chiari che rendono incomprensibile al 76% del campione l’uso e le finalità delle policy in materia.

Alla luce di ciò non sorprende l’inversione di tendenza che sta portando sempre più persone ad attivarsi per la cancellazione dei propri dati sia in presenza di account online che offline.

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La geografia del fenomeno è eterogenea. A fare da capolista si colloca l’India, dove il 37% si dichiara a favore della cancellazione. L’Italia e il Brasile hanno cittadini un po’ più fiduciosi é si attestano rispettivamente ad un 25% e 26% ciascuno.

Ciò che si evince incrociando quello che accade a livello amministrativo e legale è una situazione molto particolare. A fronte di una maggiore tutela e un’inasprimento normativo da parte dei governi in tema di garanzie e cybersicurezza, cresce esponenzialmente la sfiducia. Un trend in crescita quindi che pare inspiegabile agli occhi degli analisti.

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