Multa da 3,2 milioni di euro per Xiaomi: ecco cos’è accaduto

Xiaomi non avrebbe rispettato i regolamenti riguardo la garanzia assicurativa sui propri dispositivi. Per questo, l’AGCM sarebbe intervenuta contro l’azienda a causa di questa grave non conformità del regolamento italiano.

Riparazione smartphone
La riparazione dei dispositivi Xiaomi, anche se in garanzia, richiede il pagamento. Come mai? – androiditaly.com

Xiaomi rispetta davvero i suoi clienti?

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato avrebbe multato la multinazionale cinese a causa delle irregolarità riguardanti le garanzie assicurate alla clientela. Xiaomi, infatti, non avrebbe rispettato quello che è, per legge, l’obbligo di assistenza gratuita sui dispositivi venduti entro due anni dall’acquisto.

Nello specifico, l’azienda avrebbe rifiutato assistenza e riparazione per i dispositivi difettati, la cui riparazione rientrava nei termini di garanzia, e questa negazione si è verificata in diversi episodi. Per essere più precisi, a fronte della data riportata sullo scontrino d’acquisto, i dispositivi danneggiati sarebbero stati sì ritirati per la riparazione, ma ad una condizione.

Xiaomi, infatti, avrebbe effettuato le riparazioni coperte dalla garanzia d’acquisto solo se affiancate ad altre che non vi sarebbero rientrate. Sostanzialmente, le richieste di assistenza per sistemare un dispositivo sarebbero state parzialmente a pagamento, o altrimenti negate.

Una multa salata

L’AGCM, dunque, avrebbe multato Xiaomi per 3,2 milioni di euro, a causa di questa irregolarità. In Italia, infatti, l’assistenza gratuita deve essere, per legge, garantita per almeno due anni dall’acquisto di un dispositivo.

In risposta, tramite un portavoce, Xiaomi avrebbe dichiarato di prestare invece attenzione alle esigenze dei propri acquirenti. Dunque, preso atto della comunicazione da parte dell’AGCM, la società ne starebbe valutando le motivazioni.

La multinazionale, infatti, non si sente in torto, affermando di fornire un servizio di assistenza, assieme agli altri post-vendita, attento al cliente. Dunque, l’azienda sta valutando se effettivamente sia uscita dalle linee legislative italiane oppure no, affermando che, dal loro punto di vista, non trovano irregolarità con la legge vigente in Italia.

Quanto sono attendibili le affermazioni di Xiaomi?

Nonostante l’attenzione che l’azienda pone verso la sua clientela, dalle indagini dell’AGCM sono emerse, in realtà, altre irregolarità riguardanti l’azienda. Infatti, Xiaomi avrebbe evitato la sostituzione di alcuni dispositivi difettati, effettuando, piuttosto, diverse riparazioni per renderlo nuovamente funzionante.

AGCM
L’AGCM vigila sulla conformità alla legge da parte delle aziende – androiditaly.com

Di conseguenza, il cliente non ha potuto avere il suo dispositivo nei tempi previsti, che si sono allungati di molto. In questo caso, la legge italiana prevede riparazioni, sempre per richieste di assistenza che rientrano in garanzia, per cui non si necessita troppo tempo. In caso contrario, ne è prevista, dunque, la sostituzione.

Inoltre, anche la gestione logistica degli interventi è messa in discussione. Infatti, la società avrebbe rifiutato di sostenere le spese di restituzione di un dispositivo in garanzia inviato per la riparazione. Xiaomi, invece, le avrebbe addebitate al cliente. Se non avesse accettato il preventivo per i costi di riparazione e trasporto fuori garanzia, non gli sarebbe stato restituito il proprio apparecchio.

Alla luce degli ultimi eventi, dunque, si attende una risposta esplicativa da parte della società cinese riguardo le accuse mosse contro il suo modus operandi.

Fonte: AGCM

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