Biopannelli fotovoltaici, la svolta arriva con le alghe che ricompensano noi e la Natura stessa

La startup americana chiamata Greenfluidics punta sulle alghe per generare energia pulita usando strutture simili ai pannelli solari. Non per produrre energia elettrica ma per biomassa da sfruttare come concime o come biocarburante. 

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Pannelli con alghe che producono biomassa, la rivoluzione dell’uso dell’energia solare. – Androiditaly.com

E se invece di sfruttare la luce del sole per la corrente elettrica si producesse biomassa all’interno dei pannelli? La domanda se la è posta la startup Greenfluidics, nata in Messico nel 2017 grazie all’unione delle forze di alcuni giovani scienziati. L’idea dei loro pannelli biosolari è persino stata acclamata due anni fa sulle pagine di un’importante pubblicazione scientifica, MIT Technology Review.

Si tratta essenzialmente di pannelli o finestre composti da due lastre di vetro al cui interno si trova una soluzione acquosa arricchita di carbonio e in cui sono sospese delle alghe. Le alghe consumano CO2 producendo biomassa da sfruttare per diversi fini ma anche trattenendo il calore.  Schermano in un certo senso l’edifico e i suoi interni, e tramite il calore che assorbono si può scaldare l’acqua come per i pannelli solari termici.

Oltre all’efficienza, anche il design di questi pannelli pare essere niente male, tanto che Greenfluidics sottolinea anche la bellezza dell’effetto ottico. I moduli sono triangolari e molto suggestivi se utilizzati al posto delle vetrate dei palazzi. Ovviamente occorrerebbe abituarsi un po’ a questa vista così “green”.

Bello, utile ma…è davvero sostenibile?

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L’idea di sfruttare delle sospensioni di alghe per l’energia ecosostenibile è sempre più diffusa. – Androiditaly.com

Le alghe o meglio i cianobatteri da anni sono al centro delle ricerche per la loro capacità fotosintetica e l’energia che possono immagazzinare. Basti pensare all’esperimento svoltosi a Cambridge dove la fotosintesi algale aveva mantenuto attivo senza problemi un microprocessore.

L’idea dei ragazzi di Greenfluidics però è molto simile a un progetto di qualche tempo fa che era nato ad Amburgo, in Germania. Si trattava di un prototipo molto simile ai pannelli della startup messicana, chiamato BIQ. La differenza principale risiede nella forma che aveva, più spessa e squadrata. Purtroppo la ricerca aveva perso popolarità di fronte ai costi elevati che avrebbe comportato la produzione

Greenfluidics a questo proposito non ha fornito molte informazioni, così come mancano dettagli su quale sia la durata di un pannello e che tipo di manutenzione richieda oltre alla pulizia. Prima di passare a una produzione ingente occorre infatti rapportare i costi con i vantaggi in termini energetici che effettivamente deriverebbero dai pannelli.

 

🔴 FONTI: www.newatlas.com

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