Contenuti hot comparsi su diversi canali mainstream, l’imbarazzo di Washington Post e altri siti

L’incidente è stato causato da un cambio di dominio si una piattaforma di video online. Tra i siti coinvolti Washington Post e Huffington

Newspaper Contenuti hot siti mainstream (Unsplush)
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Contenuti a luci rosse sul Washington Post, New York Times, Huffington Post e tanti altri. I contenuti hot erano all’interno di classici banner pubblicitari presenti sulle pagine dei citati siti web. Molti hanno segnalato, increduli, ciò che stavano vedendo, ma in realtà c’è una spiegazione.

Il problema, infatti, si è verificato a causa di un cosiddetto “dominio defunto”. L’indirizzo web dormiente apparteneva alla piattaforma video “VidMe”, un servizio di hosting descritto come un ibrido tra YouTube e Reddit che ha chiuso i battenti nel 2017.

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A dare la notizia dell’errore è stato Vice, che ha parlato appunto di un erroneo passaggio di mano che ha causato imbarazzo sui siti mainstream. Il dominio, infatti, era scaduto di recente, ed era stato acquistato da una società pornografica chiamata 5 Star Porn Hd.

Durante questo passaggio di mano, qualcosa deve essere andato storto, tanto che migliaia di utenti ha visto comparire banner hot su diversi siti di informazione americani, come Washington Post, Huffington e New York Times.

A segnalare pubblicamente l’accaduto è stato l’utente “@Dox_gay”. L’internauta, una volta notato l’imbarazzante accaduto, ha pubblicato su Twitter un post di denuncia dei fatti.

La spiegazione dell’accaduto

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L’incidente è strettamente legato al significato di collegamenti ipertestuali. L’accaduto, infatti, si può spiegare tramite il fenomeno di “link rot”, ovvero collegamento interrotto. Questo avviene quando alcuni contenuti pubblicati online vengono eliminati e i loro link non rimandano più alle pagine originali.

Infatti, ogni pagina dei quotidiani mainstream che riporta ad un vecchio video di vid.me, ora reindirizza alla home page di 5 Star Porn. Sarà quindi compito dei siti web cancellare tutti i link che rimandano a vid.me.

Un evento esilarante, se si pensa alla portata di utenti che hanno questi siti web mainstream, ma anche alla loro seria reputazione costruita nel tempo. Siti come Washington Post e New York Times avranno adesso un bel dal fare, con la società di video hot che si sfrega le mani per la pubblicità gratuita.

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