Google Street View “inchioda” pericoloso latitante: l’incredibile storia di un arresto

Non sarebbe la prima (e neanche l’ultima) volta che qualche furbetto viene inchiodato per una foto casuale. Per la precisione un’inquadratura di Google Street View ha inchiodato Gioacchino Gammino, latitante da vent’anni.

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Google Street View rintraccia un latitante con una foto casuale. – Androiditaly.com

Sui social network (Facebook,Instagram e non solo) è già successo in passato che dei latitanti si siano traditi da soli. Per la prima volta però a tradire il criminale è stata un’inquadratura dell’applicazione Google Maps.

La Direzione investigativa antimafia ha infatti individuato il profilo di Gioacchino Gammino, fuggito dal carcere romano di Rebibbia ancora vent’anni fa. Ad oggi Gammino ha 61 anni e dalla capitale era riuscito a raggiungere la Spagna, dove è stato trovato.

Arrestato per omicidio Gammino era reo di associazione mafiosa in quanto rientrava nelle file di Cosa Nostra. Era fuggito nel 2002 e aveva cambiato i connotati rifacendosi una vita vicino a Madrid.

Su Google Maps era apparsa la foto di un uomo che poteva assomigliare al latitante. La bottega dove si trovava aveva lo stesso nome di un ristorante non troppo distante. Anche se chiuso, il profilo social del locale era ancora attivo. E la foto dello chef ha insospettito gli investigatori.

Con un software allora si è invecchiato l’ultimo ritratto fotografico di Gammino, simulando il suo aspetto con vent’anni di più. Il risultato era compatibile…

Tecnologia che indaga

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Google Street View, nel posto giusto al momento giusto. – Androiditaly.com

Una storia che sembra uscita da un romanzo, una fuga di due decenni sventata da una ripresa accidentale. Cosa ne penserebbe un esperto di cybersecurity?

La risposta la può fornire l’avvocato Stefano Mele, esperto in materia. Un punto interessante è che la “sorveglianza” esercitata dalle tecnologie per una volta esula dall’invasività percepita solitamente. La vicenda apre anche un portale sullOsint, Open-source Intelligence.

Questa disciplina si estende a ogni attività e indica utilizzo di fonti aperte per trovare informazioni per indagini. Si tratta di banche dati, foto di Google Earth e tool vari. Il loro utilizzo può consentire di collegare prove e vicende per ricavare la dinamica dei fatti.

Ma questo come si riflette sui dati personali? Bisogna precisare che le normative pongono un limite alla libertà delle tecnologie e molti sono ancora scettici sulla società interconnessa.

Nello scenario evolutivo attuale i dati personali non verrebbero più protetti ad un certo punto. Le informazioni relative a ciascuno diventerebbero note a tutti e si perderebbe il concetto stesso di tutela e protezione.  

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