Il sito del reattore nucleare che ha cambiato la storia riceverà un contributo dalla scienza
Un progetto sviluppato dall’Università di Bristol potrebbe rappresentare la chiave di volta per velocizzare le operazioni di smantellamento e bonifica della centrale nucleare di Chernobyl.
Dopo 35 anni dal disastro nucleare che cambiò radicalmente l’opinione pubblica nonché quei luoghi per sempre sembrava fossimo ancora molto lontani da quella che doveva essere una soluzione definitiva di recupero dell’aria.
Invece lo studio condotto dai ricercatori inglesi permetterà di posizionare dei robot dotati di sensori direttamente nella sala di controllo del Reattore 4. E questi potranno mappare con estrema precisione le radiazioni presenti nelle diverse aree.
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Le attività di sviluppo e ricerca però non avrebbero avuto il successo sperato senza il supporto locale dato dal Safety Problems of Nuclear Power Plants della Ukraine National Academy of Science. Nonché all’autorizzazione delle autorità amministrative ucraine che hanno dato il via libera alla messa in opera delle macchine.
Il lavoro di smaltimento delle scorie e del reattore ed il futuro dell’area
Le macchine autonome e semi-autonome implementate dai ricercatori verranno quindi piazzate nella così detta area di alienazione. È a loro che è affidata una superficie che si estende intorno al reattore per circa 30 km.
Il loro scopo sarà quello di creare delle mappe virtuali tridimensionali della centrale andando a identificare la distribuzione delle radiazioni. Questa operazione è da considerarsi particolarmente preziosa, poiché permetterà di eseguire le operazioni di bonifica in maniera più sicura andando a monitorare quelle che sono le emissioni in modalità tempestiva e dinamica.
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Il prof. Tom Scott., team leader di Bristol, ha presentato il progetto indicando come l’utilizzo dei robot renda tutte le operazioni non solo più sicure ma anche più veloci ed economiche. Invece sono affidate alle parole di Leonid Yakovenko, responsabile del Chernobyl Nuclear Power Plant Radiation Safety, le prospettive più incoraggianti. È lui infatti che ci fa sapere che grazie al lavoro di mappatura fatto a Chernobyl avremo a disposizione un dettaglio mai raggiunto prima.