Tinder infuriata con Google, scatta la denuncia per abuso di potere del colosso

Match Group ha fatto causa a Google: basta al monopolio sugli acquisti in-app. Si tratta della società che gestisce app per gli appuntamenti come Tinder e OKCupid. Per restare sul Play Store serve pagare, ma così si monetizzano i dati degli utenti. 

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Applicazioni come Tinder o Match sono soggette a costi e tasse imposti da Google. – Androiditaly.com

Pare davvero che Tinder sia offesa a morte con Google, o almeno è così per la sua casa madre. La Match Group ha intentato causa al colosso di Mountain View, stanca delle politiche di fatturazione a cui deve sottostare.

Tutte le applicazioni di incontri infatti (Tinder, OKCupid e Match) sono infatti costrette ad accettare il sistema di pagamento di Google. In caso di resistenza la pena è l’esclusione definitiva dal Play Store. Match Group sostiene che si tratti di un caso di abuso di potere e manipolazione dei mercati. In sintesi, la vera e propria creazione di un monopolio.

La casa madre delle app di incontri lamenta inoltre il peso delle tasse imposte. Questo non solo porta via introiti alla società ma aumenta anche il prezzo per i consumatori. Il 15% su ogni abbonamento e il 30% degli acquisti in-app. Sulle app della Match Group si condividono parecchi dati sensibili e Google in questo modo sembra intenda lucrarci sopra.

La società ormai vede il colosso tech come un aguzzino e non più come un partner. In giudizio Match Group ha riportato anche le recensioni degli utenti, più allettati dalle proposte di fatturazione di Tinder che di Google.

Il conflitto con Google

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Google sostiene che le sue commissioni siano tra le più vantaggiose. – Androiditaly.com

Match Group è arrivata a muovere causa dopo diversi tentativi di dialogo con Google, a suo dire. Le risposte ricevute però si sarebbero limitate alla notifica che le applicazioni della società sarebbero state rimosse dal 1 giugno dal Play Store. In vista della data il colosso tech avrebbe già iniziato a respingere gli aggiornamenti dei prodotti Match Group. Questi contengono infatti nuove modalità di pagamento rispetto a quelle già previste.

Il ruolo da intermediario del partner per Match Group va oltre l’etica, impedendo alla società di assistere gli utenti di Tinder. La risposta giunge pacata: il 15% di commissioni è molto basso rispetto ad altre piattaforme di applicazioni. Anzi, Google si spinge oltre sostenendo che Match Group non riconosca il supporto che le è stato offerto dal Play Store.

Per ora gli Stati Uniti non hanno alcuna legge relativa a pagamenti alternativi all’interno degli store online per le applicazioni. Ma chissà…

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