La missione DART ha avuto successo, la Terra è salva dall’impatto con l’asteroide, ma come sono andate le cose?

Il satellite LICIACube è riuscito a ottenere le immagini dell’impatto fra la sonda DART e l’asteroide Dimorphos. Si è trattato di un urto calcolato per poter deviare il corpo celeste dalla sua traiettoria, potenzialmente pericolosa per il nostro pianeta.

asteroide vagante
L’asteroide Dimorphos dopo lo scontro con la sonda DART ha subito una deviazione. – Androiditaly.com

Cos’è la missione DART?

Un passo avanti immortalato in tutte le sue fasi apre la strada a quelle che saranno le future missioni per la difesa planetaria. Non tanto dagli UFO quanto dagli asteroidi che con il loro avvicinamento alla Terra preoccupano gli scienziati. L’obiettivo in questo caso era l’asteroide chiamato Dimorphos con un diametro pari a 160 metri, più o meno come quello del Colosseo per essere chiari.

Ma che è successo esattamente? Le immagini arrivate a LICIACube stanno venendo processate per vedere i dettagli, ma la sintesi è che una sonda ha impattato con l’asteroide per deviarlo. Si tratta del modulo DART (Double Asteroid Redirection Test) che ha centrato in pieno Dimorphos a 13 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

La sonda ha ripreso i fotogrammi di avvicinamento mostrando la superficie del satellite in risoluzione notevole. Il successo è stato definito dagli esperti dell’ASI come un “impatto spettacolare” che ha dimostrato come ci si possa difendere dai corpi celesti che presentano rotte pericolose. Per la agenzie spaziali si è aperta una nuova strada e già si pensa alle prossime missioni.

La ripresa incredibile

L’importanza di questa missione è evidente dal dispiego di forze che ha comportato e dal rilievo che le è stato dato a livello internazionale raggiungendo anche l’ASI. La NASA ha previsto una diretta per seguire l’impatto fra DART e Dimorphos, mentre l’ESA aveva proposto una simulazione dell’effetto dell’impatto.

La fonte principale per la dinamica dell’evento però è sicuramente il satellite LICIACube, la prima missione autonoma dell’Italia per le missioni nello spazio profondo. A pochi minuti dall’impatto vero e proprio LICIACube ha sfruttato il suo Imaging System per seguire la traiettoria dell’asteroide usando i fotogrammi in tempo reale che trasmetteva la sonda DART.

LICIACube per riuscire a ottenere queste immagini si trovava a meno di mille chilometri dall’obiettivo, una distanza sufficiente a immortalare questa prima missione di difesa planetaria. Ma la storia dell’asteriode Dimorphos non si è ancora conclusa per noi, anzi.

Nel 2024 partirà infatti la missione Hera prevista dall’Agenza Spaziale Europea che avrà come obiettivo la raccolta di nuovi dati su questo corpo vagante.

 

🔴 FONTI: www.ansa.it

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